sabato 10 marzo 2012

La tutela delle lingue minoritarie

Nel Consiglio dei Ministri di ieri 9 marzo, è stata ratificata la Carta europea delle lingua regionali o minoritarie. Sul sito ufficiale del Governo si può infatti leggere la seguente nota (corsivo e grassetti sono i miei):

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e del Ministro per gli affari regionali, ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. La ratifica va considerata come un recepimento formale dei contenuti della Carta, dal momento che l’Italia è intervenuta con una legge in materia già nel 1999.
La tutela delle lingue minoritarie – 12 in tutto: l’albanese, il catalano, il germanico, il greco, lo sloveno, il croato, il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo – prevede, tra le altre cose, la possibilità di insegnamento nelle scuole, di utilizzo nelle circoscrizioni giudiziarie, oltre che la diffusione di programmi culturali e attraverso i principali mezzi di comunicazione.

Immagino che la scelta delle lingue sia stata basata su quelle delle minoranze linguistiche tutelate a livello nazionale dallo Stato Italiano. Sono rimaste fuori dal gruppo lingue come il siciliano, il napoletano, il veneto, il lombardo, il griko o grecanico (parlato in Salento e in Calabria).


Non conosco gli esatti criteri che hanno portato l'albanese (arbëreshë) ad essere condiderata lingua minoritaria nazionale e ad escludere il griko dal gruppo
Secondo me le lingue minoritarie vanno tutelate ma allo stesso tempo credo che forse sarebbe meglio non insegnarle nelle scuole sottraendo tempo ad altre materie più importanti. Dovrebbe toccare ad associazioni, fondazioni (pubblice e private) a livello regionale e locale tutelare le lingue minoritarie co una serie di iniziative e programmi culturali.

La Finlandia ha ratificato la Carta nel 1994 tutelando la lingua sami e quella svedese (considerata seconda lingua ufficiale del paese).

9 commenti:

  1. Ciao, io mi occupo proprio di lingue minoritarie (in particolare a scuola) per lavoro e dunque il mio intervento potrebbe essere molto lungo, ma non voglio invadere i tuoi spazi. Vorrei solo accennare ad alcune questioni: sulla scelta delle lingue, quelle considerate minoranze "storiche", le tue perplessità sono più che lecite. secondo me si tratta solo di maggiore "forza" politica, che alcune lingue hanno, rispetto ad altre più "deboli". In alcuni casi poi, i trattati o gli accordi con le nazioni vicine in cui la lingua minoritaria è maggioritaria, contano moltissimo.
    Per quanto riguarda l'insegnamento, ogni opinione è lecita, io però credo che l'autodeterminazione dei popoli sia sacrosanta: se una comunità ritiene che la sua lingua sia importante dovrebbe avere il diritto anche di usarla nei documenti ufficiali e a scuola - dove non deve essere insegnata, ma semplicemente usata (come lingua veicolare), per darle la dignità che ogni lingua madre merita, anche agli occhi dei bambini e dei giovani e dunque avere la possibilità di sopravvivere anche nelle generazioni future-
    O vogliamo dire che alcune lingue sono più importanti di altre? In questo modo si rischia di perdere patrimoni culturali, visioni del mondo, che alle lingue sono legati. Naturalmente si può anche decidere di parlare solo inglese, o mandarino...
    un saluto,
    Syl

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  2. Grazie per il contributo. Il blog è pubblico quindi altre opinioni e spunti di riflessione sono sempre graditi.

    Ho cercato di sintetizzare (forse troppo) quello che penso a riguardo dell'insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole. Non sono un insegnante ne un esperto nel campo ma posso riportare la mia esperienza.
    Io parlo e capisco il dialetto del mio paese. Non lo imparato a scuola ma semplicemente parlandolo con la mia famiglia, parenti e con amici. Da un po' di anni ho cominciato anche ad approfondire (nel tempo libero) tradizioni, cultura, storia e linguaggio della terra in cui sono cresciuto.

    Non mi piacciono le classifiche ma si deve pure ammettere che se si vuole fare una esperienza all'estero la conoscenza dell'italiano e del proprio dialetto non basta. L'inglese, lo spagnolo, il tedesco o il francese hanno molta più importanza di altre (considerando solo i paesi occidentali).

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  3. grazie a te per l'attenzione, sono argomenti che mi toccano molto da vicino, sia per la mia/nostra storia personale, che per ragioni professionali.
    Il bilinguismo, o il plurilinguismo non impediscono l'apprendimento di altre lingue. Studi scientifici anche molto recenti dimostrano come i bambini bi o trilingui abbiano maggiore facilità ad acquisire altri codici, anche negli anni successivi. Del resto questa è anche la mia esperienza sul campo. I risultati migliori nei test linguistici in Italia (italiano e inglese), sono stati quelli dei bambini ladini (ladino come lingua madre, parlato in casa e anche a scuola, per qualche ora alla settimana). La competenza linguistica in più codici porta ad una naturale capacità di mettere in atto la cosiddetta "riflessione linguistica", utilissima nell'acquisizione di una L2.
    A mio avviso, anche dopo una grossa ricerca cui ho partecipato (coinvolti MIUR, università Bicocca tra gli altri, la trovi online), è la scuola che si deve occupare in modo serio e competente delle lingue maggiori e minori. Piccole associazioni, persone che si inventano, anche in buonissima fede, un metodo, magari con scarse risorse, rischiano di togliere interesse e quindi prestigio alle lingue, che dunque non avranno futuro nelle giovani generazioni.
    Naturalmente anche media e nuove tecnologie possono fare moltissimo per mantenere vive le lingue.

    In Finlandia del resto le scuole di lingua svedese (che le mie figlie hanno frequentato) sono fondamentali per mantenere la cultura di minoranza finlandssvenska!

    grazie ancora per la pazienza...

    Syl

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    1. Potresti inviarmi gentilmente via email (o segnalare qui se preferisci) il link alla ricerca a cui accennavi?

      Anche a me tocca da vicino la questione del plurilinguismo nei bambini.

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  4. certo: qui trovi gli atti del convegno che è seguito alla ricerca, con il rapporto scaricabile in pdf
    http://www.minoranze-linguistiche-scuola.it/

    è un tomo di una certa dimensione... la mia è la parte di ricerca qualitativa che ho svolto tramite focus group con ragazzi, insegnanti e genitori nelle scuole di area di minoranza.

    poi sull'argomento ti consiglio caldamente tutto quanto puoi trovare in rete della collega Antonella Sorace, University of Edinburgh e sito connesso: Bilingualism Matters, un vero punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di queste tematiche

    Syl

    ps. mi spiace, ma non riesco a loggarmi

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  5. importante! mi sono dimenticata di aggiungere che il griko è tra le lingue di minoranza storiche riconosciute e tutelate dalla legge del '99. ne parliamo nel nostro rapporto di ricerca e lo trovi nel testo di legge.

    un saluto,
    Syl

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    1. Però non è menzionato nella succitata nota del Governo sulla ratifica della Carta Europea.
      Una dimenticanza?

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